Valle di Kathmandu, Nepal
Periodo di Transizione-Takuri
XI secolo
Rame dorato, vetro
41 cm
Provenienza
Collezione Ian Alsop, USA
Collezione Sig. e Sig.ra I. Meijer, Paesi Bassi
Collezione Privata, Milano
Esposizioni
Parcours des Mondes, Paris, 2024
Pubblicazioni
J.Van Alphen, Cast for Eternity, Bronze Masterworks from India and the Himalayas in Belgian and Dutch Collections, Ethnographic Museum, Antwerp 2005, pp. 114 – 115, fig.31
Le teste senza corpo, fuse come placche solide o lavorate a sbalzo, hanno una lunga tradizione nell’arte himalayana e nepalese (si vedano, ad esempio, le placche con teste di Shiva create nell’Himachal Pradesh e le celebri “maschere” di Bhairava, ampiamente utilizzate nella Valle di Kathmandu). Questi grandi volti di metallo sono talvolta chiamati “maschere”, ma si tratta di un termine improprio: non erano destinati a essere indossati.
Con l’aggiunta di vesti che suggeriscono una figura completa di Shiva, queste immagini vengono portate in processione durante i festival religiosi annuali; per il resto dell’anno, vengono appese alle pareti dei templi o all’interno del sancta sanctorum delle pagode, dove sono venerate come immagini sacre.
Il culto di Shiva, il Creatore e il Distruttore, ha una solida tradizione ed è particolarmente importante per gli abitanti della Valle di Kathmandu, come testimonia il tempio di Pashupati, fondato durante il periodo Licchavi sulle rive del fiume Bagmati, e le innumerevoli offerte che ancora oggi una moltitudine di devoti presenta ogni mattina ai santuari dedicati al Dio o a suo figlio, Ganesh.
In questa immagine, attribuibile a un periodo pre-Malla per le sue caratteristiche stilistiche e l’assenza di influenze tantriche, il Dio è raffigurato nel suo aspetto benevolo: un asceta ieratico e riccamente adornato, che veglia e protegge le comunità di agricoltori, la cui esistenza è legata al ciclo delle stagioni e dei raccolti.