Gandhara Storico, Periodo Kushan, III–IV secolo d.C.
Stucco, pigmenti
41.5 cm
Provenienza
A distanza di circa tre secoli dalla fine dell’esistenza terrena del Buddha (paranirvana), durante i quali il Maestro era stato rappresentato in forme aniconiche, tra il II e il I secolo a. C. compaiono per la prima volta sue immagini in forma umana.
Alle icone del periodo precedente, nelle quali l’Illuminato era evocato da un’assenza (es.un trono vuoto, le impronte dei piedi, ecc.), si sostituiscono, sotto la spinta della scuola Mahayanica bisognosa di immagini più concrete per la devozione della moltitudine di fedeli, statue del Buddha rappresentato come un monaco itinerante di fattezze apollinee.
In queste opere, oltre che dalla perfezione delle proporzioni del corpo, la sua natura trascendente è resa evidente da una serie di caratteri fisici, fra cui i più evidenti sono l’usnisha (la protuberanza cranica) e l’urna (il tondo in rilievo in mezzo agli occhi), mentre i lobi delle orecchie allungati rimandano ai pesanti orecchini d’oro che il principe Siddharta indossava prima della rinuncia alla condizione di aristocratico.
La creazione di immagini del Buddha in forma umana avviene pressoché contemporaneamente
nella regione del Gandhara storico (attuali Pakisthan e Afganisthan) e nella regione di Mathura (attuale Uttar Pradesh), capitale meridionale dell’impero Kushan.
I due centri di stile producono immagini diverse: fortemente ellenizzata quella del Gandhara, più legata ai modi della tradizione indiana quella della scuola di Mathura.
Notevole per dimensioni e sensibilità, questa grande immagine della testa del Buddha è un bell’esempio dell’arte Gandhara del periodo maturo.
Nel Gandhara storico, in particolare a partire dal IV secolo, lo stucco è stato un medium molto usato per la scultura e spesso preferito allo scisto.
Particolarmente indicato per realizzare immagini di grande formato, sia per la sua malleabilità che per il suo minor peso, lo stucco consentiva un modellato più dettagliato e minuzioso,come testimoniano le note e ammirate immagini buddista di Hadda.In questa immagine, di forte impronta ellenistica, il materiale impiegato ha permesso di aderire appieno ai dettami dello stile( capelli in onde morbide, usnisha rappresentata come un realistico ciuffo, lineamenti del viso ben delineati e di proporzioni perfette), così come di cogliere erappresentare il distacco proprio del Buddha in meditazione (occhi semichiusi , bocca sensuale percorsa da un accenno di sorriso).
Il pigmento rosso e nero che sottolinea i dettagli del viso aggiunge ulteriore realismo all’immagine e contribuisce all’impressione di presenza viva e comunicante che essa trasmette.
Le eccellenti condizioni di conservazione di quest’opera, salvo visibili mancanze minori, permettono di apprezzarla nel suo stato originario.