Les Italiens…Ah, Les Italiens…
Si, è vero, con l’Arte Africana siamo partiti in ritardo.
Tra preti a caccia di idoli da bruciare, fascisti fissati con l’idea dei selvaggi e di interi continenti bambini, accademici che sorridevano comprensivi, noi ci siamo lasciati sfuggire l’attimo della rivelazione e, a seguire, non abbiamo nemmeno avuto la fortuna di vedere l’Arte Africana entrare nei nostri musei e nelle nostre case sottobraccio all’Arte delle Avanguardie del Primo Novecento.
Per non dire poi dell’assedio prepotente di secoli di arte italiana, che sembravano perfino giustificare una qualche alterigia.
Con queste premesse non poteva essere un compito facile per gli amatori italiani in cerca di avventure intellettuali (l’arte africana lo è) il riuscire a chiarirsi le idee, a capire e a disporre nell’ordine giusto l’artigianato, il materiale etnografico e l’Arte.
Qualcuno, però, ce l’ha fatta, e non seguendo la via dell’etnografia o quella molto battuta dell’influenza del “primitivismo” sulla Arte Europea, ma, più ambiziosamente, per la via maestra del riconoscimento del valore in sé della Scultura Africana.
Questo punto di vista ha portato ad un criterio di selezione e giudizio estetico rigoroso e classicista, probabilmente inevitabile per chi ha avuto in sorte di poter giocare con le barchette di carta in fontane rinascimentali.
Questo catalogo è un omaggio alla sensibilità di questi amatori e collezionisti ed è insieme la prova che, ancora una volta, nella terra incognita italiana, si possono nascondere meraviglie.