Bamana, Mali
Inizio del XX secolo
Legno
37 cm
Provenienza
Collezione Privata, Germania
Esposizioni
BRAFA Art Fair 2025
La scultura Bamana, nei migliori esempi dello stile, presenta la sintesi delle forme che tanto influenzò le Avanguardie Artistiche europee all’inizio del XX secolo.
Più statica rispetto ad altri stili maliani (si veda, ad esempio, quello dei Senufo), la statuaria Bamana mostra una scomposizione delle forme in semplici volumi geometrici di base, intuizione fondamentale da cui scaturì il Cubismo.
Sia le maschere che le statue Bamana comunicano messaggi simbolici attraverso un linguaggio di forme in cui il naturalismo viene annientato e sostituito dal realismo psicologico ed emozionale.
Di fatto, queste sculture, create per agire in un contesto rituale e quindi non razionale, devono essere comprese e apprezzate per la loro capacità di trascendere il reale, come si addice all’atmosfera altamente emotiva delle cerimonie di iniziazione per le quali furono concepite.
All’interno delle comunità Bamana, le società di iniziazione, chiamate Jow, svolgono un ruolo fondamentale di significato sociale e politico.
La società Ntomo (e la sua controparte femminile, il Janko) introduce i bambini al controllo di sé necessario per accedere all’età adulta e apre le porte al Koré, la società di iniziazione di livello superiore, che garantisce lo sviluppo dell’identità sociale maschile.
In particolare, la società Ntomo introduce ai valori etici, al codice morale e al ruolo sociale che l’iniziato deve accettare e seguire.
La tradizione Bamana colloca le maschere Ntomo nel gruppo Dyo Kunu, che comprende le “teste di culto”, ovvero le maschere appartenenti a società di iniziazione ancora attive.
Le teste Dyo Kunu sono poste sotto il patrocinio della mitica Iena Primordiale, le cui caratteristiche si possono spesso riconoscere nelle forme delle maschere della società.
L’ampia categoria delle maschere Dyo Kunu è destinata a rappresentare tutti i diversi aspetti della realtà umana e mitica e, nel loro insieme, questi frammenti sacri, che appaiono ritualmente in gruppo, sintetizzano l’intera conoscenza dell’universo.
La forma delle maschere Ntomo è stata determinata dal mito originario: fronte molto bombata, sormontata da sette trecce (turu), naso marcato, orecchie allungate e mascelle aperte.
Le sette trecce verticali alludono ai sette gemelli dell’antenato eponimo dell’umanità, Noun Fa Jiri, e rappresentano le antenne simboliche che il bambino deve sviluppare per scoprire e assimilare conoscenza, regole e doveri.
Nella realizzazione di questa maschera, che emana una grande e profonda energia, lo scultore ha seguito rigorosi canoni cubisti, trasformando i tratti di un essere antropomorfo irreale in volumi geometrici netti e quasi astratti.
La scelta di un’implacabile geometrizzazione è enfatizzata dalla massiccia struttura delle forme, che contribuisce a esprimere un potere arcaico.